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C'è vita dopo colazione

di Beppe Giuliano - 26/03/2006

Il rock’n’roll ormai lo suonano perlopiù sessantenni (e lo ascoltiamo noi di mezz’età, soprattutto).

Avere (e avere conservato) la testa fine non è necessario per suonare il rock’n’roll, ma di certo aiuta.

Il signor Ray Davies da Muswell la testa fine (calda, molto calda, e anche molto fine) ce l’ha sempre avuta e sembra averla conservata anche con il raggiungimento dei sessant’anni.

(Lo posizionerei in una famigliola molto ristretta di musicisti del rock’n’roll davvero intelligenti, anche se decisamente squilibrati, con Pete Townshend e il loro unico figlio Paul Weller.)

Questo suo Other People’s Lives (V2, 2006), praticamente il suo primo album solista, composto da dodici canzoni tutte nuove, conferma la testa fine di Ray, e che a sessant’anni passati lui suona ancora molto bene il rock’n’roll (per usare un’etichetta qualunque, eh. Perché Ray Davies in realtà scrive canzoni che gli inglesi chiamano correttamente “pop”).

Il disco contiene dodici canzoni, tutte su un livello molto alto, registrate fra il 2002 e il 2003, prima del suo ferimento da parte di due scippatori, e prima di Katrina; con testi mai banali che raccontano (anche) della definitiva fine dei Kinks, del suo trasferimento a New Orleans, e che fanno il conto con la mortalità; se vogliamo trovare un difetto, il principale sta di certo nella produzione, che non mi pare scintillante.

Per scegliere qualche canzone (non è facile): la title track, ‘Next-Door Neighbour’, ‘The Tourist’ e ‘Is There Life After Breakfast?’.

 

R. Davies, Other People's Lives,
V2, 2006

Il disco sul sito ufficiale: http://www.raydavies.info/releasesframe.html 
La bella recensione del Guardian: http://www.guardian.co.uk/filmandmusic/story/0,,1710972,00.html

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