dischi

 

Aurea Allevitas

di Lucia Falzari - 27/3/2007

Esistono ancora degli strani individui che, nonostante vengano più che toccati dal successo per ciò che fanno, mantengono una costante sensazione di stupore per ciò che li circonda, e riescono a dare uno sguardo sul mondo in cui girano senza condirlo della malizia che ormai ci è fin troppo familiare. Tuffano le mani in quel guazzabuglio e ne tirano fuori cose piccole e incredibili nella loro freschezza.

Uno di questi, a nostro avviso, è Giovanni Allevi, che in quel guazzabuglio nel 1997 ci ha messo 13 dita: così ha intitolato il suo primo disco, prodotto da uno che sinceramente avrei fatto fatica ad associare a lui, Lorenzo-Jovanotti.

Il suo lavoro più recente, Joy, per sua stessa dichiarazione nasce dalla gioia dell’essere sopravvissuto a un attacco di panico (“che uno, quando gli viene, lì per lì mica lo sa che poi passa!”): pura espressione di gioia, con apici veramente notevoli, sia dal punto di vista della carica emotiva che trasmettono (“L’orologio degli dei”) sia da quello tecnico, con pezzi come “Jazzmatic” (brano in chiave

foto di L. Falzari

jazz ma completamente scritto, niente affatto improvvisato) o “New Reinassance”.

Vale davvero la pena andare a trovarseli tutti, i suoi lavori, e ancor più merita una serata in teatro a sentirlo: in tutta la freschezza che riesce a dare fa sicuramente entrare, in chi lo ascolta, tutto il suo desiderio di suonare quel pianoforte. Oppure fa illudere - come è successo a me - di essere sospesi a mezz’aria a toccare il soffitto di un teatro all’italiana, librandosi dal palchetto per poi tornarvi a sedere, un po’ più leggeri di come si era arrivati.

 

G. Allevi, 13 dita,
Soleluna, 1997

G. Allevi, Composizioni,
EDEL - Soleluna, 2003

G. Allevi, No Concept,
Ricordi, 2005

G. Allevi, Joy,
Ricordi, 2006

link: www.giovanniallevi.it  

Tutti i dischi