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La parabola del musicista californiano

di Beppe Giuliano - 8/7/2007

Ci sono canzoni che non diventano famosissime (qui da noi, poi...) ma che acquistano meritata fama. E ci sono musicisti che non diventano grandi star ma che sono adorati dai colleghi, e seguiti da fedeli ascoltatori. È il caso, direi, sia di Willin’ (la definitiva ‘truck song’, così come The City Of New Orleans di Steve Goodman è la definitiva ‘train song’ e Folsom Prison Blues di Johnny Cash, con quell’eccezionale “ho sparato a un uomo a Reno solo per guardarlo morire”, è la definitiva ‘prison song’), sia dei Little Feat.

Willin’ l’ha scritta Lowell George, che dei Little Feat è stato l’anima, negli anni Settanta. Fu la canzone per cui lo licenziò Frank Zappa. George suonava per lui allora. Leggenda narra che, quando gliela propose, Zappa pensò che fosse troppo bella, che l’autore meritasse di fare una propria carriera musicale e così... lo licenziò. I Little Feat la incisero per i primi due dischi. Nella prima versione suona la chitarra ‘slide’ Ry Cooder (un altro grande misconosciuto) perché Lowell George, che era un maestro dello strumento, s’era rotta una mano. Così la reincisero per Sailin’ Shoes, con l’autore alla ‘slide’.

Sto, come si dice, facendo da asino quel che non ho fatto da puledro. Quando eravamo ragazzi Remo mi proponeva spesso l’ascolto di Waiting For Columbus, a suo dire uno dei dischi live più belli di sempre (e aveva ragione). Allora a me quei ritmi sincopati, quel dixie funky-boogie da New Orleans dei Little Feat, lasciavano letteralmente senza fiato, proprio nel senso che dopo due-tre canzoni dovevo interrompere l’ascolto per non asfissiare. Adesso concordo con lui: Waiting For Columbus è uno dei dischi live più belli di sempre (forse secondo solo a Live At Leeds degli Who).

Sulla copertina del disco c’è una pomodora maliziosa. Cosa ci fa, lì? Come dice il titolo, sta aspettando Colombo, cioè colui che ha scoperto (con l’America) i pomodori. Divertente, non trovate?

Le copertine dei dischi dei Little Feat si devono (tranne il primo album, dove c’è uno splendido murale intitolato ‘Venice in the snow’) a un artista che si chiamava Neon Park. Sono molto particolari, mini opere d’arte pop, e quella di Dixie Chicken è una delle più belle di sempre per un ellepì: sull’unico disco solista di Lowell George, Neon Park riprodusse una versione del celeberrimo ‘déjeuner sur l'herbe’ di Manet con, a far merenda, Marlene Dietrich, Fidel e Bobby Dylan.

Lowell George morì nel 1979, in una stanza d’albergo di Washington, durante il tour per promuovere Thanks, I'll Eat it Here. Aveva solo 34 anni ma, come si dice, la vita “ontheroad” presentò il conto. Il disco è bello (in particolare impreziosito dalla Easy Money scritta da Rickie Lee Jones) come bellissima è la canzone che lo commemora e che gli dedicò (meglio, che dedicò alla sua bambina Inara, lei pure oggi musicista) il suo amico Jackson Browne, Of Missing Persons. Lowell George, insomma, simboleggia alla perfezione la parabola del musicista californiano dell’epoca. I Little Feat si son riuniti, sans Lowell ovviamente, nel 1988, e sono tuttora insieme. Se guardate una foto recente ci vedete proprio dei musicisti californiani un po’ oltre la mezza età, con pochi capelli e molta molta esperienza (anche loro, quindi, simboleggiano...).

Direi che, oltre al già citato live, in una discoteca dovrebbero stare almeno i primi quattro loro dischi, tutti eccezionali, tutti molto piacevoli da ascoltare ancora oggi. Sono: Little Feat, del 1971; Sailin' Shoes, del 1972; Dixie Chicken, del 1973; Feats Don't Fail Me Now, del 1974. Waiting For Columbus è del 1978.

 

Little Feat (1971): http://en.wikipedia.org/wiki/Little_Feat_%28album%29

Sailin' Shoes (1972): http://en.wikipedia.org/wiki/Sailin%27_Shoes

Dixie Chicken (1973): http://en.wikipedia.org/wiki/Dixie_Chicken_%28album%29

Feats Don't Fail Me Now (1974): http://en.wikipedia.org/wiki/Feats_Don%27t_Fail_Me_Now

Waiting For Columbus (1978): http://en.wikipedia.org/wiki/Waiting_For_Columbus

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