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Biciclette rotte

Intro

di Beppe Giuliano - 5/10/2008

Intro

WAITS #1 - Primo interludio

WAITS #2 - Secondo interludio

WAITS XXI

«Una volta lessi su un pacchetto di cerini: “Arrivare al successo senza l’Università. Spedire 5 dollari a P.O. Box 1531 New York, N.Y.” Decisi che quella era la mia via d’uscita. Mi arrivò un blocchetto con su scritto: “Diventa meccanico, radio-elettrauto, banchiere, musicista, agente assicuativo... maniaco sessuale, omicida, disoccupato.” Musicista mi sembrava la parola che suonasse meglio e mi diedi da fare.»

Tom Waits nasce a Pomona, in California, il 7 dicembre del 1949.

Sul sedile posteriore di un taxi, dice.

Non si sa se sia mai stato bambino, o ragazzo.

Si sa (o almeno si immagina, poco con lui è certo) che inizia presto a frequentare, con altri bizzarri personaggi, il locale Emma’s 49er (“falchidellanotte al tavolo / da Emma's 49er, c’è un ritrovo / di sconosciuti attorno alla caffettiera stanotte”), dove la birra è calda e le donne no, pur trattandosi di bionde platino e brunette tabacco (“con le bionde platino / e le brunette tabacco / berrò per dimenticarti / accendo un’altra sigaretta”). Fuma infatti tonnellate di sigarette che gli arrochiscono la voce fino ad accartocciarla su se stessa, e a calpestarla. Vi suona un pianoforte sempre ubriaco. Il piano, sia chiaro: “The piano has been drinking, not me”.

La biografia “ufficiale” dice che, nel frattempo, lavora da Napoleone’s Pizza, e va a vivere al Tropicana Motel di Santa Monica Blvd. – dove sta “porta a porta” con Chuck E. Weiss, quello di Chuck E’s In Love, il primo successo di un’altra ospite, Rickie Lee Jones – che è poi la bionda che Tom sdraia sul cofano nelle foto di copertina di ‘Blue Valentine’ - per lei Tom scrive la struggente Rainbow Sleeves, che lei miagola soavemente in Girl At Her Volcano. Quando la loro storia finisce, lei gli dedica We belong together, ‘noi ci apparteniamo’.

Ha una prima carriera musicale, un decennio di ballate pianistiche notturne e struggenti, storie di emarginati e prostitute sognatrici che sperano in un’ultima redenzione, e spediscono cartoline natalizie da Minneapolis: “Hey Charlie per dirla tutta, vuoi sapere la verità?, non ho un marito che suona il trombone, ma ho bisogno di soldi per pagarmi l’avvocato e, Charlie, hey, uscirò per buona condotta il giorno di San Valentino”.

continua...

 

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