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Se avesse potuto comunicare così…

di Alessandro Borgogno - 11/1/2005

Va bene, ora parlo di uno spot pubblicitario. Ma non per parlare dello spot, naturalmente.

Gira ormai da un bel po’, sembrerebbe aver avuto successo visto che continua ad essere trasmesso assiduamente su tutte le reti.

Credo lo abbiano visto tutti, è quello con le immagini in bianco e nero di Gandhi che parla a tutto il mondo attraverso tutti i mezzi di comunicazione possibili. La regia è di Spike Lee, e si vede,nel senso che si vede la mano di un regista “regista”.

Ma non è dello spot che voglio parlare, anche perché per essere bello è bello, anche intelligente, ben fatto, originale, insomma niente da dire sullo spot (a parte forse il committente, ma si tratta pur sempre di uno spot).

Vorrei dire invece qualcosa su ciò che “comunica”, appunto.

Sicuramente il primo pregio è quello di far pensare, il che per uno spot non è cosa comune.

E poi la frase finale, insomma lo slogan, dice “se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?”.

La domanda mi piace, se non altro perché sottintende che al momento il mondo attuale è una schifezza, quindi in qualche modo dice la verità, e inoltre di questi tempi uno slogan che fa entrare in tutte le case congiuntivo e condizionale in un colpo solo è già di per sé meritevole. Però poi le risposte che sembrerebbero uscire quasi naturalmente dalla visione dello spot (che in questa chiave può diventare quasi commovente), mi piacciono un po’ meno.

Ossia, sembra scontato (anzi lo è, perché è uno spot che vende l’immagine di chi vende strumenti e servizi di comunicazione) che la risposta sia: sarebbe un mondo migliore.

Ecco, mi sa che non sono per niente d’accordo.

Anzitutto la prima cosa che mi viene da pensare ogni volta che mi capita di vederlo è, banalmente, “e già… oggi non ce ne sono di persone così…”

E allora la domanda immediatamente successiva è: “e perché oggi non ne nascono più?”

Di persone come Gandhi intendo… cioè… voi ne vedete qualcuno in giro?

E allora penso: ma non sarà che è proprio perché il mondo è diventato così che non ne nascono più? Non è che sono tutti troppo occupati a comunicare tutto a tutti, cioè nulla (però con tutti i mezzi possibili) che nessuno ha il tempo di crescere pensando almeno ogni tanto per proprio conto e quindi poi diventare qualcosa che non sia più o meno omologo a tutto il resto?

E subito dopo ne penso un’altra, non so se migliore o peggiore: non è che se Gandhi avesse potuto comunicare così non sarebbe mai diventato Gandhi? Cioè, magari ce ne sono anche in giro per il mondo di persone così, anche oggi, ma come fanno a farsi sentire in mezzo alla totale cacofonia di suoni-parole-immagini-tutto che ogni minuto ci bombarda da ogni lato? Come lo riconosci uno così, anche se c’è? Insomma il messaggio è stimolante, ma le sensazioni (e le risposte) che mi suscita non sono per niente buone.

Ogni volta che mi ripassa davanti in televisione non riesco neanche a godermi fino in fondo le belle immagini (che sono belle davvero), perché regolarmente in quei venti secondi percorro questa strada mentale, sempre identica.

E così quando finisce lo spot accade pure che il finalino con il marchio della multinazionale finisce per rafforzarmi adeguatamente la negatività già raggiunta, perché sono proprio loro che per pura smania di profitto forniscono a tutti noi (e a tutti i costi) comunicazione spesso inutile, sempre costosa, costringendoci così a parlare, messaggiare, inviarci mms con le foto delle nostre chiappe senza più permetterci di pensare scrivendo o lasciandoci la privacy necessaria al pensiero in questo mondo sempre più inutilmente globalizzato.

E non è che magari nascono pure persone come Gandhi, Leonardo, Bach (o anche solo Frank Zappa) ma semplicemente non abbiano più voglia di esserlo, non trovino più gli stimoli per esserlo, e che in questo l’eccesso di comunicazione ci metta una bella fetta di responsabilità? E a che servirebbero oggi? E chi li noterebbe?

Insomma, ve lo immaginate se ci arrivasse sul telefonino un messaggio di Gandhi subito dopo la foto delle chiappe di qualcuno o subito dopo una news sul Grande Fratello o subito prima dell’aggiornamento in tempo reale della partita della Juve?

Che mondo sarebbe?

Ecco, finisce sempre che alla fine dei venti secondi la mia strada mentale finisce sempre allo stesso modo.

Che mondo sarebbe?

Esattamente questa stessa identica schifezza che abbiamo oggi, per di più quasi certamente con un Gandhi in meno.

 

Maurizio ha risposto ad Alessandro con un mini-contro-editoriale di quelli che piacciono a noi: per dire qualcosa in più, e da un altro punto di vista. Eccolo qua. Cioè là.

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