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Tre arbitri in campo: stop alle polemiche calcistiche?

di Andrea Scala - 30/11/2008

Finora non ho letto, su Parolae, articoli su temi sportivi: non so se per scelta, disinteresse o mancanza di chi avesse voglia di parlarne. Se fosse vero quest’ultimo caso, mi permetto di contribuire con qualche considerazione su un argomento oggetto di polemiche sempiterne (che, peraltro, danno da mangiare a tanti cosiddetti giornalisti): gli arbitraggi nel calcio.

Chiarisco subito che non intendo polemizzare sulle decisioni di questo o quell’altro arbitro durante la tale o la tal’altra partita, né della ipotizzata sudditanza psicologica (sdegnosamente negata dagli interessati) verso le squadre più importanti.

La mia riflessione parte dall’esigenza, manifestata anche dagli organi dirigenziali mondiali, di migliorare sempre più la regolarità degli incontri, in particolare per quel che riguarda l’aspetto arbitrale.

Si è proposto di mettere sensori nelle porte per togliere i dubbi su “rete sì - rete no”. La tecnologia non dovrebbe presentare particolari difficoltà al riguardo. Mi sfugge il motivo per cui questa soluzione incontri ancora resistenze. Per risolvere lo stesso problema si è pensato (ed è stato collaudato) di porre altri due arbitri dietro le porte per vedere quando la palla ha effettivamente superato la riga della porta. Così in totale si avrebbero in campo: un arbitro (l’unico con il fischietto), due guardalinee, due arbitri (di porta) e un “quarto uomo” (quello che controlla le panchine e le sostituzioni). In totale: sei ufficiali di gara! E tutti dotati di un apparecchio per comunicare tra loro. Ma nessuno saprebbe mai cosa si dicono e se si dicono qualcosa.

Ai giornalisti piace tanto, invece, la moviola in campo. Non è chiaro il suo utilizzo: per i goal, per i rigori, per i fuorigioco, per i falli violenti? A parte che le polemiche televisive dimostrano che molto spesso neppure le riprese rallentate riescono a chiarire gli episodi, quanto durerebbero gli incontri? E poi, come si potrebbe spiegare perchè l’arbitro in una determinata situazione ha controllato la moviola (direttamente o consultando un collega all’uopo preposto, come nel rugby) e in un altro no? Saremmo daccapo.

La mia idea è molto più semplice: TRE ARBITRI IN CAMPO, TUTTI CON FISCHIETTO (magari con suono diverso, per identificare quale arbitro ha fischiato).

Mi spiego. Quasi tutti sanno come è fatto un campo di calcio. Bene.

Il primo arbitro sarebbe responsabile su tutto quanto avviene in campo e si muoverebbe, come adesso, sostanzialmente lungo la diagonale dal vertice destro di un'area al vertice opposto dell’altra area.

Il secondo arbitro si muoverebbe in una metà campo e sarebbe responsabile di quanto avviene all'interno di essa, compresa ovviamente l’area di rigore. Controllerebbe anche le uscite della palla dalle linee laterali e di fondo. Si dovrebbe muovere quindi lungo la parte laterale della sua parte di campo ed inoltrarsi anche verso l’area quando lo ritenesse opportuno per seguire al meglio il gioco. Dovrebbe trovarsi in posizione ideale per poter decidere i fuorigioco, i falli da rigore e i gol. Eventuali disaccordi con il primo arbitro andrebbero risolti in tempi rapidi con un breve scambio di opinioni tra i due.

Il terzo arbitro avrebbe gli stessi compiti del secondo, ma nella parte opposta di campo: ciascuno dei due, ovviamente, non dovrebbe intervenire sulle decisioni dell'altro (salvo casi disciplinari sfuggiti ai colleghi).

Questi tre arbitri dovrebbero essere sempre in perfetta forma fisica: tutti e tre dovrebbero correre per poter essere sempre vicini alle azioni e prendere le decisioni più corrette.

Controindicazioni: gli attuali arbitri si sentirebbero sminuiti nel loro diritto assoluto sul campo e, penso, farebbero resistenza invocando la lesa maestà; bisognerebbe poi convertire gli attuali guardalinee in arbitri e questo potrebbe richiedere del tempo, soprattutto per quel che riguarda la preparazione mentale.

Questa soluzione risolverebbe anche il problema “sudditanza psicologica”: ampliando il numero di arbitri con poteri decisionali, sarebbe più arduo che detta “sudditanza” alligni in tutti gli ufficiali di gara.

Naturalmente, neanche questa idea eviterebbe in toto le polemiche. Ci sarà sempre qualcuno pronto a dire, moviola alla mano, che il tale giocatore era in fuorigioco di almeno trenta (!) centimetri.

Ultima considerazione: a parte il rugby (che però è un mondo a parte), per quanto mi risulta il calcio è l’unico sport di squadra in cui ci sia un unico arbitro a decidere. Perché? Il campo è grande, il gioco sempre più veloce e tatticamente evoluto. Affidare il controllo del regolare svolgimento del gioco a più di una persona non potrebbe che aiutare lo spettacolo. Penso.

 

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