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I

Argomentare il non-argomentabile

di Ilaria Scala - 8/9/2006

Intelligente e spregiudicato.

Così definirei il film Thank you for smoking di Jason Reitman, con Aaron Eckart, Robert Duvall e William H. Macy, da pochi giorni nelle sale.

Finalmente una commedia dalla trama non scontata, leggera ma tutt’altro che politicamente corretta: Nick Naylor (uno spiritosissimo Aaron Eckart) di mestiere fa il PR per una multinazionale del tabacco. In pratica, parla a favore del fumo nei talk-show, nei convegni, con la stampa, in tv. In pratica, è l’uomo-immagine di un prodotto dall’immagine sempre più in declino, e svolge il suo compito con tale dedizione, sfacciataggine e a-moralità (non nel senso di 'immoralità', ma proprio nel senso di indipendenza da qualsiasi giudizio morale) da apparire quasi ingenuo, e per questo irresistibile. Vedendolo argomentare il non-argomentabile, viene voglia di applaudirlo a scena aperta: per il coraggio con cui, grazie alla sola abilità dialettica, riesce a far vincere un punto di vista inequivocabilmente e inesorabilmente perdente.

Il nostro eroe inanella successi eclatanti e cinici (convince lo star-system di Hollywood a riempire di sigarette le sceneggiature e le dita degli attori più sexy; corrompe l’anziano ex-interprete di una nota pubblicità di sigarette, ora malato di cancro ai polmoni, perché egli non sporga denuncia contro la multinazionale) e subisce cocenti delusioni (la giornalista-arrivista lo seduce per carpirne i segreti del mestiere e spiattellarli nel suo articolo-inchiesta; viene rapito, intossicato di nicotina e quasi ucciso da un gruppo di terroristi-salutisti; tenta con fatica di conquistare l’affetto del figlio, a dispetto dell’ostilità della ex-moglie).

Ho letto che il film è piaciuto a fumatori e non: che ha convinto molti fumatori a smettere, e molti non-fumatori a guardare i fumatori con meno sospetto. Chissà se è vero.

Sicuramente è un film che diverte in modo non banale, e offre lo spunto per una riflessione più seria: una riflessione sulla libertà di pensiero e di azione individuale, e su quanto le “mode etiche” sui consumi siano davvero indipendenti dalle logiche del mercato.

 

Thank you for smoking, di J. Reitman
con A. Eckart, R. Duvall, W. H. Macy, R. Lowe, M. Bello, K. Holmes, A. Brody
USA 2005

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