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Da Plutarco a Scorsese

di Massimiliano Russo -30/11/2006

Martin Scorsese, novello Plutarco, ci narra le vite parallele di due giovani irlandesi a Chicago e del loro destino ondivago, tra i labili confini del bene e del male. Uno (Matt Damon) parte dal bene (primo della classe e chierichetto) e finisce nel male (a scuola dal boss di quartiere) e quindi viene mandato come infiltrato nel bene (la polizia, dove conferma la sua vocazione da primo della classe).

L’altro (Di Caprio) percorre esattamente la strada opposta iniziando nel male (pedigree criminale, con famiglia zeppa di delinquenti di mezza tacca ma padre onesto), passando per ripicca nel bene (si arruola in polizia), per poi essere spedito nel male sotto copertura (come talpa nella banda del succitato boss).

La bravura del regista italoamericano trattiene lo spettatore dall’alzarsi e andarsene a metà di una storia scontata, ma non garantiamo che davanti al televisore di casa tale forza di gravità conservi la stessa efficacia.

Scorsese si concede anche qualche divagazione tarantiniana (vedi scena dell’ascensore) ma senza metterci la giusta dose di ferocia e ironia.

La stupidità dei vertici della polizia sfiora l’idiozia, ma anche i criminali non ci fanno un figurone. In compenso, l’autostima dello spettatore ne guadagna, sicuro che al loro posto avrebbe scoperto i talponi dopo la prima mezz'ora di film.

Passiamo agli attori.

Jack Nicholson da solo vale (quasi) sempre il prezzo del biglietto. Qui ci regala un’altra interpretazione da aggiungere alla sua galleria di cattivi-fuori-di-testa-ma-irresistibilmente-simpatici e la sua imitazione della talpa rimane indimenticabile.

Prendiamo atto che Di Caprio, dopo essersi a lungo allenato in Gangs of New York, ha aggiunto una nuova faccia al suo repertorio, quella da cattivo. Strizza gli occhi, digrigna i denti e sporge leggermente la mascella ma gli unici a crederci sembrano essere i suoi compagni di schermo. E non ha voluto risparmiarsi, fornendocene ben due versioni, con o senza stecchino.

Matt Damon invece ha un’unica espressione per tutta la durata del film, quella di un bambino che ha appena rubato la marmellata e non è stato scoperto malgrado se ne vada in giro con la faccia imbrattata. A onor del vero nell’ultima scena fa anche la faccia di quello che è stato scoperto ma per sua sfortuna dura pochi secondi e non sono in molti ad accorgersene.

In definitiva, volgete gli occhi ad altro schermo e, se proprio volete vedere una storia di infiltrati, (ri)vedetevi, che ‘tte lo dico a ‘ffare, Donnie Brasco

 

The Departed - Il Male e il Bene [The Departed], di M. Scorsese
con L. Di Caprio, M. Demon, J. Nicholson, M. Sheen, M. Whalberg, A. Baldwin
USA 2006

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