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I

Un Nuovo Mondo tutto da conquistare

di Ilaria Scala - 27/3/2007

In Nuovomondo di Emanuele Crialese, il Nuovo Mondo non si vede mai.

L'America, destinazione e traguardo della famiglia siciliana Mancuso - un vedovo con madre anziana e due figli adolescenti -, in questa bella prova di Cinema in cui le immagini sole, senz'altro aiuto, hanno la potenza di raccontare storie, non compare in nessuna scena.

Non compare ma è narrata: dalle dicerie degli emigranti che aspettano di imbarcarsi per traversare l'Atlantico; non compare ma è sospirata: dai vari protagonisti, tutti in cerca di un futuro migliore; non compare ma è agognata: dalla misteriosa Lucy, ragazza inglese imbarcata anche lei in terza classe, in fuga da chissà quale passato e con la necessità di procurarsi un marito a tutti i costi; non compare ma è sbirciata: dagli immigrati sotto esame nel centro di accoglienza di Ellis Island, che si arrampicano a guardare i grattacieli dalla vetrata più alta, poco prima del responso che potrebbe traghettarli nel loro Nuovo Mondo.

Il film è quasi privo di dialoghi; le inquadrature, come già detto, fanno tutto, e ognuna è un quadro che andrebbe guardato a lungo: gli interni opprimenti del bastimento, i corridoi asettici del centro di accoglienza, i monti aspri della Sicilia, l'oceano infinito; ma anche i gruppi di personaggi variamente assortiti, e con essi i costumi, le luci, le espressioni dei visi, più eloquenti di qualsiasi battuta. Eppure, la cura del dettaglio non si traduce in fissità o lentezza. La plasticità delle scene dà alla narrazione un ritmo serrato, che quasi toglie il respiro.

Eccola, l'America: non compare ma c'è, alla fine, per chi l'avrà desiderata più fortemente.

 

Nuovomondo, di E. Crialese
con V. Amato, C. Gainsbourg, A. Quattrocchi
Italia 2006

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