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I

Il valore (relativo?) di una vita

di Ilaria Scala - 30/5/2007

The Constant Gardener è un film interessante, soprattutto per come sa combinare e mantenere in equilibrio la realtà e la finzione, il thriller socio-politico con le emozioni romantiche.

La commistione a livello di contenuti si traduce in un doppio registro di linguaggio e trattamento filmico: le sequenze da action-movie e di suspense si alternano a trovate fotografiche espressioniste: i contorni indistinti del protagonista che piange sotto la pioggia inquadrati attraverso un vetro, la luce bianca e rarefatta a significare i ricordi (per lo più romantici), la Londra post-moderna e distante dei palazzi a vetri e delle sopraelevate come teatro di inseguimenti fantascientifici.

Justin (Ralph Fiennes) è un diplomato britannico appassionato di giardinaggio, inviato in Africa con la giovane e battagliera moglie (Rachel Weisz), pasionaria della solidarietà e dei diritti civili. Quando ella scopre un accordo tra il Governo UK e le industrie farmaceutiche, ai danni della popolazione kenyota ignara cavia di un vaccino sperimentale contro la tubercolosi, Justin si troverà al centro di un complotto industriale internazionale, e sarà costretto a scegliere tra la fiducia nella moglie e la dedizione verso la madrepatria, con conseguenze estreme.

Della trama, per non guastare la visione, non riveleremo altro. Ma vi invitiamo ad affittare questo film (troppo poco visto nelle sale, e scarsamente presente anche nel circuito home video) per riflettere su una vicenda che, seppur non tratta da una storia vera, potrebbe tranquillamente accadere domani, anzi oggi. E per riflettere sulla facilità con cui, in nome di un certo relativismo, siamo propensi a fingere di non vedere situazioni come quella narrata, in cui il valore di una vita 'occidentale' è superiore a quello di una vita del Terzo Mondo.

 

The Constant Gardener - La cospirazione, di F. Meirelles
con R. Fiennes, R. Weisz
UK - Germania - Kenya 2005

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