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Frost/Nixon: e allora?

di Ilaria Scala - 10/7/2009

Per quanto ben girato, ben recitato, probabilmente realistico e sicuramente avvincente, il film di Ron Howard Il Duello - Frost/Nixon lascia in testa un dubbio: ce n'era bisogno?

E' relativamente interessante la storia dell'anchor man inglese rispettoso solo dell'audience (oggi condurrebbe un reality) che si mette in testa di realizzare un'intervista in sei puntate a Richard Nixon, ripercorrendone l'ascesa, il Watergate, l'impeachment, più per gli sponsor e per il successo personale che per convinzione politica.

La vicenda - che è vera - avrebbe potuto fornire uno spunto di riflessione sulla potenza della televisione, che confeziona e dà in pasto al pubblico qualunque tipo di prodotto, sia esso quiz, pettegolezzo, cronaca, politica o storia.

Ron Howard ha scelto la spettacolarità ideologica, e invece di calcare la mano sull'ironia ha preferito enfatizzare gli aspetti drammatici della ferita inferta al popolo americano dal Presidente Traditore, come se una pubblica ammissione di colpa di Richard Nixon avesse la portata del lancio della bomba atomica, della battaglia di Waterloo o della caduta dell'impero romano.

Insomma, il fatto che l'intervista a Nixon sia un momento vitale e catartico per un cittadino USA, lascia noi vecchietti al di qua dell'Oceano abbastanza indifferenti. Divertente, il film, intelligente e ritmato. Ma dopo i titoli di coda il commento più plausibile è: e allora? 

 

Il Duello - Frost/Nixon, di R. Howard
con M. Sheen, S. Rockwell, F. Langella, O. Platt
USA 2008

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