viaggi

 

Laggiù! Soffia!...

di Alessandro Borgogno - 2/7/2005

Così gridavano, gli uomini del Pequod, agli ordini dell’incredibile capitano Achab, quando avvistavano all’orizzonte il dorso e poi il soffio altissimo di una balena che infrangeva la linea piatta dell’oceano.

Laggiù! Soffia!...

In quello straordinario romanzo che è Moby Dick, un autentico

foto di A. Borgogno

genio come lo era Melville è riuscito a raccontare, e a trasmettere, il senso di immensità, la lotta dell’uomo contro un Dio feroce e insensibile, il senso di avventura e di sgomento di fronte all’ignoto e a ciò che l’ignoto può nascondere e poi far emergere all’improvviso in tutta la sua potenza distruttiva eppure portatrice di una spaventosa energia vitale.

Tutto questo e molto altro.

E fra le tante sensazioni straordinarie anche questo, o almeno una scheggia di questo, ho provato durante un’escursione in barca, nel mar Ligure, appositamente organizzata per l’avvistamento dei cetacei nella zona di mare compresa fra la Liguria e la Corsica, dichiarata Santuario Internazionale dei Cetacei proprio perché frequentata in abbondanza da questi magnifici animali.

Delfini e loro parenti maggiori, chiamati Globicefali, Zifi e Grampi, e poi Balene e Capodogli.

E può capitare di incrociarli e di riuscire ad affiancarli ed osservarli mentre nuotano lenti e immensi nelle acque profondissime e blu cobalto dell’alto mediterraneo.

Ad un certo punto della mattinata, sono circa le 11 e 30, la nostra barca riceve la segnalazione, e partiamo a circa 20 nodi verso il punto indicato, ad una sessantina di chilometri a largo di Albenga.

Tagliamo il mare veloci, segnando una linea retta verso l’orizzonte. La giornata è magnifica, il sole è splendente e il mare piatto come un biliardo blu.

Ci lasciamo lontana di poppa la costa ligure, nient’altro intorno a parte una barca a vela a ore 9 (non essendoci altri punti di riferimento, in mare si indicano le direzioni immaginando te stesso e la tua nave al centro di un immenso orologio).

Si prevede di arrivare sul punto in una quarantina di minuti, e mentre si viaggia inevitabilmente ci si sente un po’ balenieri e un

foto di A. Borgogno

po’ Achab. Sì, d’accordo, la motonave è a motore, è comoda, piena di strumenti elettronici e piena di persone del ventunesimo secolo vestite da ventunesimo secolo e con macchinine digitali e panini e patatine e tutto il resto, però resta sempre una barca, appena 25 metri di barca lanciata in un mare enorme, senza altro intorno che blu, blu a ore 12, blu a ore 3 a ore 6 e a ore 9, e lanciata alla ricerca di una increspatura e di un soffio che interrompano quel blu facendo affiorare alla luce un essere immenso, l’essere vivente più grande del pianeta, che viene a respirare un po’ della nostra aria risalendo da quegli abissi liquidi che noi non possiamo permetterci neanche di immaginare.

E a un certo punto la vediamo. E’ dritta di prua, a ore 12, si vede per un attimo il dorso lucente e poi il soffio.

E verrebbe davvero da urlare “Laggiù! Soffia!”.

La nave rallenta e si avvicina.

La balena inarca la schiena e sparisce sotto il pelo dell’acqua. Fa così. Ogni tanto prende più aria, fa una “sgroppata” inarcando la schiena immensa e si immerge.

Sta sotto dai quattro ai sei minuti prima di tornare fuori a respirare, e in quei minuti che paiono interminabili si rimane immobili, scrutando l’orizzonte in tutte le direzioni, in attesa.

Fermi, galleggiando in mezzo al mare, con un essere di venti metri e di settanta tonnellate che nuota placido da qualche parte sotto di noi. Situazione e sensazioni che non si riesce facilmente a raccontare.

E poi…

Laggiù! Soffia!

Siamo più vicini, ora si sente anche il soffio, ogni volta che esce. Una colonna d’acqua vaporizzata che sale anche di quattro o cinque metri e fa f f f f f f f f f f… e poi la schiena che scivola increspando appena il mare… e poi un tratto sotto il pelo dell’acqua… e poi l’acqua, dieci o venti metri più avanti, che sembra appiattirsi, diventare più leggera e più trasparente, e poi da lì riesce di nuovo fuori… e per prima cosa f f f f f f f f f f… e poi la schiena immensa e lucida che sembra scivolare senza sforzo… e poi giù di nuovo… dieci, venti metri… e poi l’acqua che si appiattisce… e poi...

Laggiù! soffia!

E’ una balenottera di almeno 18 metri di lunghezza, cioè lunga quasi quanto la nostra barca. E’ un essere vivente talmente più grande di noi e talmente diverso in tutto da sembrare alieno. E invece è un mammifero, molto più simile a noi di quanto non lo sia un canarino. Ma la sua enormità ti trasmette un tempo e uno spazio che facciamo fatica a comprendere. E’ veloce ma sembra lentissima, è pesante ma sembra leggerissima, scompare sott’acqua per minuti interi e tu puoi solo sforzarti di immaginare cosa starà facendo la sotto, lì dove a te non è concesso di andare.

Sparisce e riappare per altre cinque o sei volte, l’ultima molto vicina, finché non decidiamo di lasciarla in pace e spostarci in altra zona.

Non se ne andrà più dagli occhi quell’immagine, e quel silenzio interrotto solo dallo sciabordio dell’acqua sui fianchi della nave e da quel f f f f f f f f f … f f f f f f f f f … f f f f f f f f f …

Nel pomeriggio intercettiamo un branco di delfini, Stenelle per la precisione, saltellanti sulla scia della nave, spettacolo di intensa e meravigliosa vitalità.

E poi, a un certo punto, arriva un’altra segnalazione.

Lasciamo i delfini nella loro zona e ripartiamo di nuovo, 20 nodi sud-sudest, finché poco dopo…

Laggiù! A ore 11 ! Soffia!…

 

Per le escursioni nel santuario dei cetacei: www.whalewatchliguria.it

Per leggere uno dei più grandi romanzi di tutti i tempi:
H. Melville, Moby Dick, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli 

Tutti i viaggi