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Pechino, la città che dipende dal tuo sguardo

di Filippo Scala - 9/3/2008

Quando arrivi a Pechino pensi di essere in Cina. Ma quando poi ti guardi intorno ti chiedi se forse non sei solo in una delle tante Chinatown sparse per il mondo. Le indicazioni lungo le strade sono sia in inglese che in cinese, le facce in giro sono sia gialle che bianche. In un attimo ti trovi nella Città Proibita e un attimo dopo attraversi una strada ad otto corsie. Se arrivi vivo dall’altra parte, sei a piazza Tiananmen, e, dopo esserti reso conto che la statua di Mao non la puoi fotografare, giri l’angolo e sei nel nuovo megastore dell’Adidas, si lo stesso che trovi cento metri dopo, e poi ancora altri centro metri più tardi.

Se entri al mercato della seta potresti lasciarti trasportare in mondi di cui hai fantasticato leggendo un libro o guardando un film, ma difficilmente riuscirai a non farti riportare indietro da tutti gli “hola señor” “mister mister” “hey amico” che precedono una lunga contrattazione sul prezzo dei Rolex, fruttuosa per entrambe le parti.

Pechino ha tante luci: le enormi luci che dalle cime degli alberghi dominano la città e le soffuse luci rosse delle lanterne dei ristoranti. Le insegne lampeggianti dei locali europeggianti di Sanlitun e le luci fioche delle lampadine al neon che illuminano le case di periferia.

Pechino ha tanti odori: l’odore di smog delle macchine e delle ciminiere in pieno centro, l’odore di soia lungo le strade e l’odore di fogna che esce dai tombini. Ogni quartiere però ha un odore diverso, che spesso dipende dal tipo di spezie che usano nel ristorante locale.

Pechino non è oggi, Pechino è ieri nelle impalcature di bambù che nascondono il domani dei 50 piani di acciaio e vetri extrachiari.

Pechino dipende da come la guardi, Pechino dipende da chi la guarda. Se sei il vecchietto che porta a spasso100 chili di seta sul suo carretto potresti chiederti perchè questa Mercedes è così impaziente di superarti, se sei l’autista che guida quella Mercedes potresti chiederti cosa aspetta a togliersi quel carretto, a cosa servono quei semafori che non rispetterai e dove va quell’orda di gente che attraversa la strada incurante di essere sulle strisce o meno.

Pechino dipende da te, ma non fidarti troppo delle tue impressioni; niente di ciò che vedi a Pechino è completamente vero, e niente è completamente falso.

 

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